Ho letto molti libri di Thomas Bernhard e mi sono trovato spesso a immaginare quale fosse il suo metodo di lavoro. Aveva un indice preciso, una successione di fasi, momenti e argomenti che, con pazienza e disciplina, approfondiva e sviluppava uno dopo l'altro? Oppure i suoi romanzi prendevano l'avvio da un incipit, o da una sensazione, e il suo compito di scrittore era quello di mettere su carta le conseguenze di quel primo mattoncino? Non ho sufficienti informazioni su Bernhard e non so come lavorasse. Ciò di cui sono certo, si tratta di una percezione nitida, è lo sforzo titanico che applicava per costruire quelle pagine così  intense. I suoi test sono  una coperta calda all'interno della quale il lettore viene avvolto, pagine e pagine che indagano, sviscerano, analizzano e verificano, situazioni apparentemente prive di significato. Lo sguardo di un personaggio trova spiegazione in una intera vita, di solito di infelicità, il gesto di un altro personaggio è la causa di altri gesti, altre azioni, altre parole, che, pagina dopo pagina, costruiscono situazioni letterarie profonde. Ciò di cui sono certo è che questo risultato è il frutto di una tensione inaudita, di un lavorio accanito, di una attenzione spasmodica, l'autore si è consumato, per offrirci una sola pagina che noi ammiriamo per la sua scorrevolezza.

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